La donna nella Storia dell'arte
La sua mano ha attraversato il tempo, come un diamante dal seme di fuoco attende la ferita insospettabile della roccia.
Così, pur nel silenzio, ingabbiata in rigidi stereotipi, consegnata all’oblio dall’atavico piano maschilista del sapere e del potere, né il tempo né lo spazio hanno avuto presa su di lei.
Motore creativo dell’esistenza.
La storia dell’arte è iniziata con la donna .
Era lei la protettrice divina.
Dea paleolitica, misteriosa fonte di vita e intima conoscitrice della natura. Corpulenta Venere ipertrofica che tutto dinamizza e trasforma.
Simbolo dell’azione vivificatrice dello Spirito nel cosmo, pura energia, creazione, fertilità perenne, proliferazione di significati.
Nanas, che gigantesca e variopinta trasmette tutta l'energia e il colore della forza femminile e della maternità.
Il suo vigore espressivo ha forgiato il bronzo e la ceramica, ha dipinto il vasellame, ha coltivato, filato, tessuto e tinto lino e cotone, ha composto versi e preghiere .
Fautrice del mondo inconsapevole.
Amazzone ferita, Dama di Baza, Artemide di Efeso, Sibilla Cumana.
Simbolo della figurazione di tutti i tempi, archetipo della dimensione umana, sopra ogni altra forma vivente.
Con le ali, con germogli e con foglie. Dafne Inseguita dal bellissimo Apollo o affascinante Leda stordita dall’ambrosia.
Beatrice, silenziosa e malinconica che stringe tra le dita diafane un tulipano bianco , simbolo di morte.
Mani che si aprono all'armonia ed alla vita, come valve di conchiglia da cui nasce plastica e scultorea Venere Anadiomene .
Ha donato emozioni e sogni, ispirato poesie. La storia dell'arte l’ha riconosciuta come musa silenziosa, modella, figlia, moglie, amante. Regina, imperatrice, contessa, marchesa.
Diabolica e tentatrice Salomè, fuoco ardente che distrugge censura e schiavitù.
Santa, eterea mediatrice tra l’uomo e Dio, così frequentemente descritta nelle letterature medioevali.
Vergine, dalle dita lunghe con indosso abiti austeri dove a malapena si immagina che avvolgano un corpo. Madonna, ritratta con naturale atteggiamento delle mani, la sinistra appoggiata al fianco e la destra in delicato gesto protettivo verso il ventre che racchiude il Sacro frutto.
Frutto di carne è Danae, che si schiude alla pioggia dorata e feconda di Zeus.
Forma. Corpo.
Oggetto del desiderio. Oggetto raffigurato.
Inquieta e sensuale Giuditta, con le mani da rapace, con dita lunghe e acuminate, più simili ad artigli, che accarezzano subdolamente la testa di Oloferne.
Cacciata Lilith, prima compagna di Adamo, demone ribelle, brucia con la sua rabbia la sua indomabile furia per essere se stessa.
Ma la creatività impedita nel suo dialogo reclama la propria esistenza. Le emozioni a lungo trattenute dentro al corpo trovano la via d’uscita.
L’oggetto del desiderio, l’oggetto raffigurato, si muta in soggetto raffigurante e rivendica la propria intima essenza.
L'energia fluisce dalle mani che accarezzano stoffe, ritagliano, modellano, scrivono, incollano, dipingono.
Creatrici in ogni campo artistico le donne dedite all'arte sono molte, spesso figlie, sorelle e mogli di pittori, attive nelle botteghe. Hanno operato lontano dai riflettori, perché nascoste all’ombra di una società che non ne ha riconosciuto, per sterili pregiudizi, il valore.
Nel Rinascimento, momento peculiare per l'evoluzione della donna pittrice, emergono Sofonisba Anguissola e Lavinia Fontana, specializzate nei ritratti , Marietta Robusti, figlia di Tintoretto e la coraggiosa Artemisia Gentileschi, figlia di Orazio, pittrice ricca di potenza creativa.
Interpreti del Seicento sono Elisabetta Sirani e Rosalba Carriera, protagonista nelle maggiori corti europee e nota per la sua tecnica del pastello.
Nell’Ottocento la cognata di Manet, Berthe Morisot, Eva Gonzalès e Mary Cassatt, scoperta da Degas.
La madre di Utrillo, l’artista Suzanne Valadon, e la più nota Camille Claudel scultrice sorella del poeta Paul Claudel, allieva ed amante di Auguste Rodin, donna volitiva ed ostinata.
Nel Novecento il Futurismo, ha offerto alle donne la sperimentazione nei più diversi ambiti espressivi, anche quelli meno convenzionali quali aeropittura, collages, libri-oggetto, assemblage. Sono artiste la moglie di Marinetti, Benedetta Cappa, la moglie di Depero, le figlie di Balla.
Antonietta Raphael, pittrice e scultrice, allieva di Jacob Epstein, moglie di Mario Mafai.
E poi Sonia Delauny, Elisabeth Chaplin, Vanessa Bell, sorella di Virginia Woolf, Gabriele Münter, la compagna di Kandinsky, Marianne von Werefkin, Paula Modersohn-Becker e Käthe Kollwitz, straordinarie protagoniste dell’espressionismo tedesco.
Dopo le audaci Tamara de Lempicka e Frida Kahlo, le contemporanee Louise Bourgeois, tacita Dean e Vera Molnar.
Performances, body art, video art, installazioni danno alle artiste contemporanee nuove potenzialità espressive.
La tedesca Rebecca Horn artefice di grandiose installazioni.
Marina Abramovic, jugoslava, è famosa per le sue performances, artista di body art, video art, installazioni, fa del proprio corpo l'oggetto della sua arte.
Mona Hatoum che con l’opera video, Corps Etranger, costringe lo spettatore a un viaggio endoscopico all’interno delle sue viscere.
In Italia è presente ormai una nutrita schiera di artiste: Carla Accardi, con la sua scrittura geroglifica intensamente evocativa. Luisa Lambri, Ottonella Mocelli, Liliana Moro, Eva Marisaldi, Grazia Toderi, Margherita Manzelli .
Molte altre le artiste di talento, donne che, comunque, faticosamente emergono in una società che ancora dà pochi spazi.
Entusiasmo, creatività, ingegno non bastano a sostenere la scelta di una donna che voglia esprimersi nella cultura. Fondamentale è il possesso di uno spazio in cui potersi esprimere liberamente, uno “studio d’artista”, inteso come luogo magico e solitario in cui fiorisce il talento creativo “una stanza tutta per sé” come auspica Virginia Woolf, che è più luogo metaforico che fisico, simbolo della libertà di essere se stessa, dove potersi dedicare a quell’attività di riflessione, di pensiero, richiesta dal concepimento e realizzazione di un’opera letteraria, musicale, figurativa, scenica, scientifica o altra.
Luogo di solitudine che rende possibile una riappropriazione e un riconoscimento del proprio potenziale creativo, dove riuscire a trovare l’armonia e l’equilibrio nella consapevolezze di “Sé”, lontana da ogni soggezione spirituale, con tanto amore in petto, ma libera, con tanto amore che può trovare completa espressione nell’arte.
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